Nell"estate del 1995, più esattamente nel mese di luglio, non era difficile immaginare che la guerra in Bosnia Erzegovina fosse vicina a finire. La caduta della Kraijna,zona serbo-croata,assomigliava più ad una ritirata che ad una verrà battaglia di "liberazione". Le enclaves musulmane di Zepa, Goradze, Biach e Srebrenica erano allo stremo mentre i serbi dei quartieri di Sarajevo stavano diseppellendo i loro morti per apprestarsi ad un viaggio di addio, senza un probabile ritorno a casa. Era chiaro che dietro tutto ciò c"era un accordo di scambi di territori fra i belligeranti. E la popolazione? Il problema era presto risolto con la parola che da anni oramai risonava nelle orecchie di tutti: pulizia etnica.Questo era il prezzo da pagare per far cessare una volta per tutti i combattimenti, Dodici anni fa si consumava uno degli ultimi atti, forse il più tragico, che quattro anni di guerra in Bosnia Erzegovina ci avevano riservato. La caduta ed il massacro della Zona Protetta di Srebrenica.
La guerra oramai era alla fine, bisognava solo raggiungere sul terreno i patti che i potenti - Milosevic, Izetbegovic e Tudjman avevano non tanto segretamente sottoscritto, con il tacito assenso della comunità internazionale: il 51% del territorio della Bosnia ai croato-musulmani ed il restante ai serbo bosniaci. Ma per raggiungere ciò bisognava togliere di mezzo queste zone protette, come dichiaro’ piu’ tardi un generale delle Nazioni Unite. Le zone protette erano delle enclaves musulmane in un territorio completamente in mano ai serbo bosniaci ma sotto la protezione dell"ONU. Le zone protette erano un"invenzione del Generale delle Nazioni Unite Morillon, quello che i media occidentali definivano "L"eroe di Srebrenica" perché era colui che era riuscito ad entrare, nel 1993, in quella città con degli aiuti,quello che al suo ritorno in Francia fu plurimedagliato.
Peccato che gli stessi media sorvolarono sempre sul fatto che Morillon per tentare di uscire indenne da quella città cercò goffamente di travestirsi da un comune cittadino,ma fu riconosciuto dalle donne bosniache e riportato a forza dentro al palazzo delle poste.Fu Morillon che partorì l"idea della Zona Protetta:le Nazioni Unite avrebbero garantito la sicurezza della città dall"assedio serbo tramite l"invio di un centinaio di soldati canadesi prima e olandesi poi.
Passano due anni ed i signori della guerra bosniaca decidono che è ora di finirla se si vuole ancora conservare il potere, ma c"è ancora da risolvere l"annoso problema dei quartieri di Sarajevo in mano ai serbi e quello delle enclaves oramai indifendibili per il governo bosniaco. Niente di meglio di uno scambio di territorio e dei relativi abitanti per pareggiare il conto.Ma resta il problema dei caschi blu che "difendono" le enclave: a risolvere il tutto ci pensa l ONU stessa,dichiarando che i suoi militari possono lasciare le Zone Protette. E" il segnale che i serbi bosniaci attendevano.
Il nove luglio 1995 l"esercito serbo bosniaco guidato dal Generale Mladic inizia il bombardamento di Srebrenica. I caschi Blu tentano di convincere la popolazione bosniaca alla resa garantendo che gli aerei NATO sarebbero intervenuti a difenderli. Nel frattempo Naser Oric, comandante dell"esercito bosniaco a Srebrenica, insieme con i suoi fedelissimi, vengono prelevati e trasferiti a Tuzla. L"artiglieria serba continua a martellare la città, degli aerei NATO neanche un rombo in lontanza si ode. I serbi sono in città. I Caschi Blu olandesi per salvare la pelle cedono in blocco tutto il loro armamento ai serbi. L"esercito serbo bosniaco entra a Srebrenica a bordo dei blindati bianchi dell"ONU. La popolazione bosniaca gli corre incontro convinta che siano "i salvatori", che siano arrivati per portali via. Solo dopo si accorgeranno dell"inganno, ma oramai è troppo tardi.
Seguiranno due settimane di rastellamenti, uccisioni, stupri e fughe in massa di donne, vecchi e bambini. Gli uomini vengono fatti prigionieri. Nulla si saprà più di loro. Un esercito di vedove reclamano ancora di sapere che fine hanno fatto settemila persone. Tanti sono i "dispersi" di Srebrenica. La maggior parte di loro sono stati uccisi dall"esercito serbo bosniaco del Presidente e criminale di guerra Karadzic. Attualmente,si pensa che i morti totali del massacro di Srebreniça siano stati piu di 10.000.